domenica 9 settembre 2012

FESTA della GUARDIA 2012


La novena.
La Festa della Madonna della Guardia è stata preceduta da un'intensa novena guidata dal Rettore del Santuario, Mons. Marco Granara, che, articolata in Lodi, Messa e Rosario quotidiani, ha avuto il suo momento centrale nelle riflessioni-dialogo della sera, nel Salone Azzurro, tra gli antichi e preziosi ex-voto in mostra e recentemente restaurati. Tali riflessioni hanno avuto ad oggetto i temi del giorno: tra gli altri, la fede, la Chiesa, un mondo globalizzato e più solidale, dovere civico e politica, la fedeltà coniugale. Il messaggio era quello stesso che Maria aveva rivolto nel momento dell’Apparizione a Benedetto Pareto: costruire con Lei i Santuari delle coscienze, delle famiglie, della comunità civile e religiosa. Questo percorso è stato anche quest'anno affidato alla preghiera e alla penitenza delle Monache di clausura della Diocesi e di quanti sono impediti, dalla salute o da altri guai, a salire al Santuario.
La Messa della Vigilia: la « Peregrinatio Mariae ». 
La sera della Vigilia, sotto un cielo limpido e soleggiato, che lasciava chiaramente intravedere in lontananza, tra suggestivi giochi di luce, il mare e l’intera città coronata dai suoi monti, si è svolta la tradizionale processione che, lungo quattro chilometri, si snoda dalle Fonti delle Acque minerali fino al Santuario. A essa, presieduta dall'Arcivescovo, Card. Angelo Bagnasco, con la partecipazione del Vescovo Ausiliare, Mons. Luigi Palletti, introdotta dal Rettore, Mons. Marco Granara, hanno partecipato numerosissime persone: molti erano i giovani e le famiglie; molti erano anche i fedeli più avanti negli anni, ciascuno col ricordo di se stesso fanciullo che – come ha detto poi di sé lo stesso Cardinale – saliva a piedi a questo luogo insieme ai propri cari.
Al termine, il Card. Bagnasco, ormai fattosi buio, ha presieduto nell'affollato Santuario, tra i canti mariani e il profumo d'incenso, la Messa della Vigilia, concelebrata con il Vescovo Ausiliare e con numerosi sacerdoti. Nell'omelia, egli ha subito sottolineato che questo pellegrinaggio, “ che ogni primo sabato del mese rinnoviamo, sarà presto come ricambiato dalla Santa Vergine “ e ha aggiunto che “ la « Peregrinatio Mariae » renderà la Sua vicinanza più visibile “.
Nel Vangelo della Festa significativamente si legge: “ In quel tempo, levandosi, Maria se ne andò con gran fretta sulle montagne di Giuda ed, entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta “.
Nel sentire quelle parole dell'Arcivescovo, ricorrono allora alla mente le tante visite che la Madonna ha ripetuto nel tempo, soprattutto in luoghi silenziosi e collocati un po' in alto, quasi a indicare la necessità di uno sforzo deciso e costante – come lascia intendere l'espressione “ con gran fretta “ - di una elevazione verso il Cielo: sono questi i luoghi in cui la pietà popolare ha eretto con fede quegli edifici da Lei voluti e che sono diventati i Suoi Santuari.
Nel 1490 Maria venne anche su questo monte per dire a Genova che Ella la guarda e protegge, e da allora Genova la riconosce come Madre attraverso quella semplice e accorata invocazione: “ Madonna della Guardia, prega per noi “.
Si comprende, in tal modo, come l'annuncio del Cardinale fosse percorso da una certa emozione: “ La venerata immagine della Madonna della Guardia si farà pellegrina tra le nostre case, la porteremo nelle nostre chiese e in alcuni luoghi della sofferenza umana. Sosterrà per qualche giorno in ognuno dei Ventisette Vicariati della Diocesi “. Vi sarà, infatti, anche una visita agli Ospedali San Martino, Gaslini, alle Carceri di Marassi, agli Istituti Piccolo Cottolengo in Via Paverano e in Via del Tigullio a Quarto.
Ha detto ancora il Cardinale: “ L'accoglieremo sabato 22 settembre e ritornerà al Santuario domenica 9 dicembre prossimi “. Molti hanno già osservato che si tratta di una felice coincidenza, perché il 22 settembre ricorre la memoria di Santa Virginia Centurione Bracelli, fondatrice delle Suore Brignoline, tanto care a Genova. Essa fu colei che, molto devota della Madonna e appartenendo a una nobile e potente famiglia cittadina, nel XVII secolo si prodigò, trattando coi Senatori e col Doge, per ottenere che la Repubblica Genovese fosse consacrata a Maria.
Il Card. Bagnasco ha quindi rilevato che la « Peregrinatio Mariae » segnerà nella diocesi di Genova il grande ingresso nell'Anno della Fede, costellato da alcune indicazioni pastorali e da alcuni appuntamenti comunitari. Ha spiegato perché il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto per tutta la Chiesa questo anno particolare: “ Perché la fede è il caso serio del cristiano, la questione delle questioni “. Ed è tornato sulla posizione della Chiesa cattolica circa il relativismo etico, di cui più recentemente all'Enciclica “ Spe salvi “ di Papa Benedetto del 30 novembre 2007.
Ha egli, con una efficace immagine, insegnato in proposito: “ Il rischio che tutti corriamo è quello di fare della fede qualcosa di collaterale all'uomo, quasi un vestito da indossare e adattare secondo le preferenze di ognuno “. E ha aggiunto: “Il rischio è di farla diventare una realtà intellettuale o sentimentale – un'opera dell'uomo – anziché riconoscerla come evento di grazia e di salvezza, un dono di Dio“. Citando Pelagio, che – ha precisato – nel quinto secolo pensava che ognuno salva se stesso con le proprie forze seguendo l'esempio di Cristo, ha affermato: “Ma Gesù è molto di più di un «buon esempio» a cui guardare, è colui che salva con la sua croce, ci dona la sua grazia, ci fa creature nuove“. E ha concluso riaffermando l'esigenza di una fede incentrata su Dio, e non sull'uomo; affidata alla grazia, e non alle capacità e alle risorse umane.
Il Card. Bagnasco ha ribadito che la « Peregrinatio Mariae » ci farà comprendere che cosa è la fede vera: “ Maria è la « donna della fede », la Madre e la prima discepola di Gesù. Da lei impareremo innanzitutto che la fede è aggrapparsi alla parola del Signore non perché corrisponde alla logica e all'evidenza umana, ma perché la dice Dio: noi ci fidiamo di Lui e per questo ci affidiamo a Lui come Maria “. E ha concluso con una esortazione: “ Cari Amici, disponiamo i nostri cuori a vivere questo tempo di grazia con umiltà generosa … E allora anche il nostro impegno come credenti sarà più grande e più efficace, soprattutto sarà più sereno sapendo che Dio è sempre all'opera con noi e, a volte, nonostante noi “ e con una invocazione: “ La Madonna doni a tutti - più limpidi – gli occhi della fede ”.
La Messa Pontificale: una società coesa e solidale.
Il giorno dell'Apparizione, in una mattinata soleggiata, in comunione spirituale con tutti i Santuari della Guardia del mondo, alla presenza dell’Arcivescovo, Card. Angelo Bagnasco, e del Vescovo Ausiliare, Mons. Luigi Palletti, delle autorità cittadine, della Banda di Ceranesi, delle Confraternite coi colossali Cristi, di numerosi sacerdoti e religiosi e di migliaia di fedeli di tutte le età che continuavano a salire qui da ogni angolo della città, il Rettore del Santuario, Mons. Marco Granara, ha dato lettura davanti alla Cappella, detta appunto dell'Apparizione, dell’atto del Notaio Badaracco che attesta l'evento. Era presente anche un folto gruppo di pellegrini, guidati dal parroco e dal sindaco, provenienti da San Giovanni Incarico, un pittoresco borgo della Ciociaria e nel cui territorio esiste una Cappella dedicata alla Madonna della Guardia. Dopo la Supplica recitata dall'Arcivescovo, è iniziata la processione al Santuario con l’arca e lo stendardo della Madonna, mentre veniva devotamente recitato il rosario e venivano intonati canti mariani.
Ha fatto seguito la Messa pontificale, presieduta dal Card. Bagnasco e con la partecipazione del Vescovo Ausiliare: al suo termine, il Rettore ha ricordato che sei anni fa proprio in questo luogo fu annunciata la nomina ad Arcivescovo di Genova dell’allora Mons. Bagnasco, che, commosso, ha ringraziato la Madonna della Guardia. Significativa è stata la presenza dell'astronauta genovese Franco Malerba, che - avendo realmente viaggiato nei cieli – ha rinnovato la sua sentita devozione alla Madonna della Guardia: la medaglia della Guardia che portò con sé nello spazio è ora custodita tra gli ex-voto. Egli, affermando che scienza e fede possono convivere, alla preghiera dei fedeli ha così pregato: “ Alla Guardia affido anche tutte le future missioni spaziali e chiedo una grande benedizione per tutti i Genovesi “.
Si sente spesso ripetere – lo ha detto più volte anche il Rettore durante la novena – che la Madonna viene e fa sentire la sua speciale presenza quando particolari problemi affliggono il suo popolo. Con un espresso richiamo al tema della « Peregrinatio Mariae » della sera precedente, il Cardinale ha così esordito: “ E' inutile nasconderci che nel cuore abbiamo il peso della crisi che attanaglia, e il pensiero corre al lavoro di chi l'ha e spera di tenerlo, di chi lo cerca e non riesce a trovarlo, di chi l'ha perso “.
Egli, ampliando lo sguardo oltre la Diocesi, con un'analisi in cui traspare evidente l'impegno di Presidente dei Vescovi italiani, ha centrato la questione del momento attuale: la crisi economica. E, con lucidità, ne ha messo in rilievo i caratteri fondamentali: “ La grave congiuntura economica, che ha ricadute pesantissime e preoccupanti sull'occupazione e sulla vita sociale del Paese come dell'Europa e del mondo, non è una crisi congiunturale ma di sistema “.
Perciò, il Card. Bagnasco ha osservato che non è possibile un affronto puramente nazionale, il quale prescinda da quel contesto europeo e mondiale che – ha precisato – sarebbe illusorio e suicida sottovalutare e in cui bisogna poter stare con competenza e autorevolezza: “ Per queste ragioni l'ora riveste un carattere eccezionale, mentre vengono in mente altri passaggi critici della nostra storia “.
Il Cardinale ha proseguito: “ La strada intrapresa, in Italia come altrove nel mondo, è fortemente in salita “. E ne ha indicato il percorso: “ Uscire dalla strettoia, che ha costi alti per famiglie, giovani, adulti e pensionati, è possibile ma solo « insieme » . Con una notazione psicologica, sono emerse le sue preoccupazioni di Pastore: “ Se le persone si sentono sole di fronte alle difficoltà, si deprimono e si arrendono, finiscono ai margini della vita, facile preda del peggio; ed è noto che, senza lavoro e nella incertezza, il male ha buon gioco “.
Egli, per contro, ha rimarcato: “ Quando, per interessi economici, sull'uomo prevale il profitto oppure, per ricerca di consenso, prevalgono visioni particolaristiche o distorte, le conseguenze sono devastanti e la società si sfalda “. E ha ammonito: “ Prima di qualunque, pur legittima bandiera particolare, infatti, viene la bandiera della Nazione “.
Di qui è passato a un richiamo ai valori della nostra storia: “ Superando prospettive ideologiche, è necessario tenere ben saldo il legame con quei valori che fanno parte della nostra storia e ne costituiscono il tessuto profondo: tessuto che a qualcuno sembra talmente acquisito da non aver bisogno di attenzione e da altri è guardato con sospetto e insofferenza, come se fosse di intralcio al progresso “.
Il Card. Bagnasco, enunciando la posizione e l'impegno della Chiesa, a questo punto, ha fatto appello alla responsabilità delle istituzioni: “ E' l'ora di una solidarietà lungimirante, dell'assoluta concentrazione sui problemi prioritari dell'economia e del lavoro, della rifondazione della politica e delle procedure partecipative “. E ha sollecitato quella riforma dello Stato da cui da molto tempo si sente parlare: “ La vita della gente è segnata in modo preoccupante, e sente che il momento è decisivo: dalla sua soluzione dipende anche la tenuta sociale “.
Tra i valori da sempre fondanti la nostra società, il Cardinale ha sottolineato quello della famiglia: “ La famiglia, oltre a essere il grembo naturale della vita nella sua inviolabilità, si rivela ancora una volta come il fondamento affidabile della coesione sociale, baluardo educativo dei giovani, vincolo di solidarietà tra generazioni “. Per questo, egli ha affermato che la società deve presidiare la famiglia riconoscendone pubblicamente il valore unico e ponendo in essere tutte quelle misure necessarie e urgenti affinché non sia umiliata e non deperisca.
Il Card. Bagnasco ha manifestato la sua vicinanza alla “ gente indigente e sola, alla ricerca di un pane, ma prima ancora di attenzione, ascolto e fiducia “, e ha concluso l'omelia invocando la sapienza di Dio e affidando alla Santa Vergine queste considerazioni e le preoccupazioni che ne conseguono.
La Messa del pomeriggio: vedere l'anima.
Alla Messa del pomeriggio il bel tempo ha consentito l’afflusso di nuovi fedeli, in un clima non così solenne come quello del mattino, ma più semplice e raccolto. In questo clima, nell'omelia, il Card. Bagnasco è andato alla ricerca del profondo significato dell'uomo, in preparazione all'Anno delle Fede che il Santo Padre ha indetto per la Chiesa universale da ottobre 2012 a novembre 2013, nel cinquantesimo anniversario del Concilio vaticano II e nel ventesimo del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Egli, riportando le parole di Papa Benedetto XVI, rivolte ai Vescovi del Portogallo l'11 maggio 2010, ha osservato che “ spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista “. E, richiamando la Lettera Apostolica “ Porta Fidei “ dell'11 ottobre 2011, con la quale si indice l'Anno della Fede, ha ribadito che lo scopo dell'Anno della Fede è “ un invito a un'autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo “.
Il Cardinale ha quindi così precisato: “ L'uomo esiste come un piccolo frammento della realtà, eppure è più grande del mondo perché il suo pensiero può raggiungere e oltrepassare tutte le cose; anzi è capace di cercare ciò che nell'universo non si trova, cioè il suo significato “. E ha colto l'essenza del significato dell'uomo in questo concetto: “ Il nostro « corpo » ci rende esigui e l' « anima » ci fa più grandi dell'universo, immortali, sovrani dei nostri atti “.
Egli ha constatato: “ Si crede certamente al corpo, ma all'anima? In tempi non lontani, per paura di deprezzare il corpo, abbiamo smesso di parlare dell'anima. Il risultato è che ci ha rimesso l'anima e il corpo! Cioè l'uomo “.
Il Card. Bagnasco ha affermato la necessità e la possibilità di vedere l'anima: “ Se facessimo caso al sorriso di una persona, noi vedremmo l'anima, cioè quella realtà interiore fatta di sentimenti, emozioni, pensieri, aspirazioni nobili che quasi si materializzano nel sorriso del volto “. Ha aggiunto che è anche possibile, se siamo meno distratti, sentire il rumore dell'anima: “ E poi, quella sete di verità, di felicità, di giustizia, che unifica l'umanità intera, non è forse il palpito dell'anima che invoca la salvezza dall'alto? Salvezza dall'errore, dalla morte, dalla colpa? “.
Il Cardinale, a questo punto, ha osservato che Dio ha risposto a questa corale invocazione con Gesù di Nazaret: “ Cristo è la luce, luce che risplende nelle tenebre “. Di qui sorge l'esigenza di essere luce: “ Accogliere la Luce per essere luce “.
Bello è questo passaggio dell'omelia: “ Solo se saremo innamorati di Cristo potremo accendere il fuoco dell'amore in un mondo freddo, solo se viviamo la gioia del Risorto saremo araldi della gioia in un mondo triste che ha paura di sé e del suo futuro, solo se accogliamo il dono della grazia e della luce potremo essere sale e luce nella storia del nostro tempo “.
Egli ha poi spiegato con poche parole semplici che cosa è la fede: “ La fede non è fare qualcosa per Dio ma lasciarci fare da Lui ... E' tutto il contrario della pretesa del mondo di tenere le cose in mano, di dominare le cose a proprio piacimento. La fede non è conquista ma dono; per raggiungerla bisogna lottare non con Dio ma con la nostra superbia “. E ha sottolineato: “ Credere è l'unico modo per incontrare Gesù e quindi per conoscerlo … Non è incertezza come quando diciamo « credo che un progetto andrà bene », … perché credere significa fidarci di Lui “.
Il Card. Bagnasco ha anche sottolineato, con una bella immagine, che per arrivare alla fede occorre la preghiera: “ La preghiera è arrendersi a Dio, stare davanti a Lui a piedi nudi, attendere la sua grazia “.
L'Arcivescovo, invocando la Madonna, Donna della Fede, ha alla fine indicato una forma di preghiera: “ Dobbiamo dire: « Io credo Signore, io credo in Te, aumenta la mia fede »“.
PierLuigi Pastorino