La
novena.
La
Festa della Madonna della Guardia è stata preceduta da un'intensa
novena guidata dal Rettore del Santuario, Mons. Marco Granara, che,
articolata in Lodi, Messa e Rosario quotidiani, ha avuto il suo
momento centrale nelle riflessioni-dialogo della sera, nel Salone
Azzurro, tra gli antichi e preziosi ex-voto in mostra e recentemente
restaurati. Tali riflessioni hanno avuto ad oggetto i temi del
giorno: tra gli altri, la fede, la Chiesa, un mondo globalizzato e
più solidale, dovere civico e politica, la fedeltà coniugale. Il
messaggio era quello stesso che Maria aveva rivolto nel momento
dell’Apparizione a Benedetto Pareto: costruire con Lei i Santuari
delle coscienze, delle famiglie, della comunità civile e religiosa.
Questo percorso è stato anche quest'anno affidato alla preghiera e
alla penitenza delle Monache di clausura della Diocesi e di quanti
sono impediti, dalla salute o da altri guai, a salire al Santuario.
La
Messa della Vigilia: la «
Peregrinatio
Mariae
».
La sera della Vigilia, sotto
un cielo
limpido e soleggiato, che lasciava chiaramente intravedere in
lontananza, tra suggestivi giochi di luce, il mare e l’intera città
coronata dai suoi monti, si è svolta la tradizionale processione
che, lungo quattro chilometri, si snoda dalle Fonti delle Acque
minerali fino al Santuario. A essa, presieduta dall'Arcivescovo,
Card. Angelo Bagnasco, con la partecipazione del Vescovo Ausiliare,
Mons. Luigi Palletti, introdotta dal Rettore, Mons. Marco Granara,
hanno partecipato numerosissime persone: molti erano i giovani e le
famiglie; molti erano anche i fedeli più avanti negli anni, ciascuno
col ricordo di se stesso fanciullo che – come ha detto poi di sé
lo stesso Cardinale – saliva a piedi a questo luogo insieme ai
propri cari.
Al
termine, il Card. Bagnasco, ormai fattosi buio, ha presieduto
nell'affollato Santuario, tra i canti mariani e il profumo d'incenso,
la Messa della Vigilia, concelebrata con il Vescovo Ausiliare e con
numerosi sacerdoti. Nell'omelia, egli ha subito sottolineato che
questo pellegrinaggio, “ che ogni primo sabato del mese rinnoviamo,
sarà presto come ricambiato dalla Santa Vergine “ e ha aggiunto
che “ la
«
Peregrinatio
Mariae
»
renderà
la Sua vicinanza più visibile “.
Nel
Vangelo della Festa significativamente si legge: “ In quel tempo,
levandosi, Maria se ne andò con gran fretta sulle montagne di Giuda
ed, entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta “.
Nel
sentire quelle parole dell'Arcivescovo, ricorrono allora alla mente
le tante visite che la Madonna ha ripetuto nel tempo, soprattutto in
luoghi silenziosi e collocati un po' in alto, quasi a indicare la
necessità di uno sforzo deciso e costante – come lascia intendere
l'espressione “ con gran fretta “ - di una elevazione verso il
Cielo: sono questi i luoghi in cui la pietà popolare ha eretto con
fede quegli edifici da Lei voluti e che sono diventati i Suoi
Santuari.
Nel
1490 Maria venne anche su questo monte per dire a Genova che Ella la
guarda e protegge, e da allora Genova la riconosce come Madre
attraverso quella semplice e accorata invocazione: “ Madonna della
Guardia, prega per noi “.
Si
comprende, in tal modo, come l'annuncio del Cardinale fosse percorso
da una certa emozione: “ La venerata immagine della Madonna della
Guardia si farà pellegrina tra le nostre case, la porteremo nelle
nostre chiese e in alcuni luoghi della sofferenza umana. Sosterrà
per qualche giorno in ognuno dei Ventisette Vicariati della Diocesi
“. Vi sarà, infatti, anche una visita agli Ospedali San Martino,
Gaslini, alle Carceri di Marassi, agli Istituti Piccolo Cottolengo in
Via Paverano e in Via del Tigullio a Quarto.
Ha
detto ancora il Cardinale: “ L'accoglieremo sabato 22 settembre e
ritornerà al Santuario domenica 9 dicembre prossimi “. Molti hanno
già osservato che si tratta di una felice coincidenza, perché il 22
settembre ricorre la memoria di Santa Virginia Centurione Bracelli,
fondatrice delle Suore Brignoline, tanto care a Genova. Essa fu colei
che, molto devota della Madonna e appartenendo a una nobile e potente
famiglia cittadina, nel XVII secolo si prodigò, trattando coi
Senatori e col Doge, per ottenere che la Repubblica Genovese fosse
consacrata a Maria.
Il
Card. Bagnasco ha quindi rilevato che la «
Peregrinatio Mariae » segnerà
nella diocesi di Genova il grande ingresso nell'Anno della Fede,
costellato da alcune indicazioni pastorali e da alcuni appuntamenti
comunitari. Ha spiegato perché il Santo Padre Benedetto XVI ha
indetto per tutta la Chiesa questo anno particolare: “ Perché la
fede è il caso serio del cristiano, la questione delle questioni “.
Ed è tornato sulla posizione della Chiesa cattolica circa il
relativismo etico, di cui più recentemente all'Enciclica “ Spe
salvi “ di Papa Benedetto del 30
novembre 2007.
Ha
egli, con una efficace immagine, insegnato in proposito: “ Il
rischio che tutti corriamo è quello di fare della fede qualcosa di
collaterale all'uomo, quasi un vestito da indossare e adattare
secondo le preferenze di ognuno “. E ha aggiunto: “Il rischio è
di farla diventare una realtà intellettuale o sentimentale –
un'opera dell'uomo – anziché riconoscerla come evento di grazia e
di salvezza, un dono di Dio“. Citando Pelagio, che – ha
precisato – nel quinto secolo pensava che ognuno salva se stesso
con le proprie forze seguendo l'esempio di Cristo, ha affermato: “Ma Gesù è molto di più di un «buon
esempio» a cui guardare, è colui che
salva con la sua croce, ci dona la sua grazia, ci fa creature nuove“. E ha concluso riaffermando l'esigenza di una fede incentrata su
Dio, e non sull'uomo; affidata alla grazia, e non alle capacità e
alle risorse umane.
Il
Card. Bagnasco ha ribadito che la «
Peregrinatio Mariae » ci farà
comprendere che cosa è la fede vera: “ Maria è la «
donna della fede », la Madre e la
prima discepola di Gesù. Da lei impareremo innanzitutto che la fede
è aggrapparsi alla parola del Signore non perché corrisponde alla
logica e all'evidenza umana, ma perché la dice Dio: noi ci fidiamo
di Lui e per questo ci affidiamo a Lui come Maria “. E ha concluso
con una esortazione: “ Cari Amici, disponiamo i nostri cuori a
vivere questo tempo di grazia con umiltà generosa … E allora anche
il nostro impegno come credenti sarà più grande e più efficace,
soprattutto sarà più sereno sapendo che Dio è sempre all'opera con
noi e, a volte, nonostante noi “ e con una invocazione: “ La
Madonna doni a tutti - più limpidi – gli occhi della fede ”.
La
Messa Pontificale: una società coesa e solidale.
Il
giorno dell'Apparizione, in una mattinata soleggiata, in comunione
spirituale con tutti i Santuari della Guardia del mondo, alla
presenza dell’Arcivescovo, Card. Angelo Bagnasco, e del Vescovo
Ausiliare, Mons. Luigi Palletti, delle autorità cittadine, della
Banda di Ceranesi, delle Confraternite coi colossali Cristi, di
numerosi sacerdoti e religiosi e di migliaia di fedeli di tutte le
età che continuavano a salire qui da ogni angolo della città, il
Rettore del Santuario, Mons. Marco Granara, ha dato lettura davanti
alla Cappella, detta appunto dell'Apparizione, dell’atto del Notaio
Badaracco che attesta l'evento. Era presente anche un folto gruppo di
pellegrini, guidati dal parroco e dal sindaco, provenienti da San
Giovanni Incarico, un pittoresco borgo della Ciociaria e nel cui
territorio esiste una Cappella dedicata alla Madonna della Guardia.
Dopo la Supplica recitata dall'Arcivescovo, è iniziata la
processione al Santuario con l’arca e lo stendardo della Madonna,
mentre veniva devotamente recitato il rosario e venivano intonati
canti mariani.
Ha
fatto seguito la Messa pontificale, presieduta dal Card. Bagnasco e
con la partecipazione del Vescovo Ausiliare: al suo termine, il
Rettore ha ricordato che sei anni fa proprio in questo luogo fu
annunciata la nomina ad Arcivescovo di Genova dell’allora Mons.
Bagnasco, che, commosso, ha ringraziato la Madonna della Guardia.
Significativa è stata la presenza dell'astronauta genovese Franco
Malerba, che - avendo realmente viaggiato nei cieli – ha rinnovato
la sua sentita devozione alla Madonna della Guardia: la medaglia
della Guardia che portò con sé nello spazio è ora custodita tra
gli ex-voto. Egli, affermando che scienza e fede possono convivere,
alla preghiera dei fedeli ha così pregato: “ Alla Guardia affido
anche tutte le future missioni spaziali e chiedo una grande
benedizione per tutti i Genovesi “.
Si
sente spesso ripetere – lo ha detto più volte anche il Rettore
durante la novena – che la Madonna viene e fa sentire la sua
speciale presenza quando particolari problemi affliggono il suo
popolo. Con un espresso richiamo al tema della «
Peregrinatio Mariae » della
sera precedente, il Cardinale ha così esordito: “ E' inutile
nasconderci che nel cuore abbiamo il peso della crisi che attanaglia,
e il pensiero corre al lavoro di chi l'ha e spera di tenerlo, di chi
lo cerca e non riesce a trovarlo, di chi l'ha perso “.
Egli,
ampliando lo sguardo oltre la Diocesi, con un'analisi in cui traspare
evidente l'impegno di Presidente dei Vescovi italiani, ha centrato la
questione del momento attuale: la crisi economica. E, con lucidità,
ne ha messo in rilievo i caratteri fondamentali: “ La grave
congiuntura economica, che ha ricadute pesantissime e preoccupanti
sull'occupazione e sulla vita sociale del Paese come dell'Europa e
del mondo, non è una crisi congiunturale ma di sistema “.
Perciò,
il Card. Bagnasco ha osservato che non è possibile un affronto
puramente nazionale, il quale prescinda da quel contesto europeo e
mondiale che – ha precisato – sarebbe illusorio e suicida
sottovalutare e in cui bisogna poter stare con competenza e
autorevolezza: “ Per queste ragioni l'ora riveste un carattere
eccezionale, mentre vengono in mente altri passaggi critici della
nostra storia “.
Il
Cardinale ha proseguito: “ La strada intrapresa, in Italia come
altrove nel mondo, è fortemente in salita “. E ne ha indicato il
percorso: “ Uscire dalla strettoia, che ha costi alti per famiglie,
giovani, adulti e pensionati, è possibile ma solo «
insieme » “.
Con una notazione psicologica, sono emerse le sue
preoccupazioni di Pastore: “ Se le persone si sentono sole di
fronte alle difficoltà, si deprimono e si arrendono, finiscono ai
margini della vita, facile preda del peggio; ed è noto che, senza
lavoro e nella incertezza, il male ha buon gioco “.
Egli,
per contro, ha rimarcato: “ Quando, per interessi economici,
sull'uomo prevale il profitto oppure, per ricerca di consenso,
prevalgono visioni particolaristiche o distorte, le conseguenze sono
devastanti e la società si sfalda “. E ha ammonito: “ Prima di
qualunque, pur legittima bandiera particolare, infatti, viene la
bandiera della Nazione “.
Di
qui è passato a un richiamo ai valori della nostra storia: “
Superando prospettive ideologiche, è necessario tenere ben saldo il
legame con quei valori che fanno parte della nostra storia e ne
costituiscono il tessuto profondo: tessuto che a qualcuno sembra
talmente acquisito da non aver bisogno di attenzione e da altri è
guardato con sospetto e insofferenza, come se fosse di intralcio al
progresso “.
Il
Card. Bagnasco, enunciando la posizione e l'impegno della Chiesa, a
questo punto, ha fatto appello alla responsabilità delle
istituzioni: “ E' l'ora di una solidarietà lungimirante,
dell'assoluta concentrazione sui problemi prioritari dell'economia
e del lavoro, della rifondazione della politica e delle
procedure partecipative “. E ha sollecitato quella riforma
dello Stato da cui da molto tempo si sente parlare: “ La vita
della gente è segnata in modo preoccupante, e sente che il momento è
decisivo: dalla sua soluzione dipende anche la tenuta sociale “.
Tra
i valori da sempre fondanti la nostra società, il Cardinale ha
sottolineato quello della famiglia: “ La famiglia, oltre a essere
il grembo naturale della vita nella sua inviolabilità, si rivela
ancora una volta come il fondamento affidabile della coesione
sociale, baluardo educativo dei giovani, vincolo di solidarietà tra
generazioni “. Per questo, egli ha affermato che la società deve
presidiare la famiglia riconoscendone pubblicamente il valore unico e
ponendo in essere tutte quelle misure necessarie e urgenti affinché
non sia umiliata e non deperisca.
Il
Card. Bagnasco ha manifestato la sua vicinanza alla “ gente
indigente e sola, alla ricerca di un pane, ma prima ancora di
attenzione, ascolto e fiducia “, e ha concluso l'omelia invocando
la sapienza di Dio e affidando alla Santa Vergine queste
considerazioni e le preoccupazioni che ne conseguono.
La
Messa del pomeriggio: vedere l'anima.
Alla Messa del pomeriggio
il bel tempo ha consentito l’afflusso di nuovi fedeli, in un clima
non così solenne come quello del mattino, ma più semplice e
raccolto. In questo clima, nell'omelia, il Card. Bagnasco è andato
alla ricerca del profondo significato dell'uomo, in preparazione
all'Anno delle Fede che il Santo Padre ha indetto per la Chiesa
universale da ottobre 2012 a novembre 2013, nel cinquantesimo
anniversario del Concilio vaticano II e nel ventesimo del Catechismo
della Chiesa Cattolica.
Egli,
riportando le parole di Papa Benedetto XVI, rivolte ai Vescovi del
Portogallo l'11 maggio 2010, ha osservato che “ spesso ci
preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e
politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò
che purtroppo è sempre meno realista “. E, richiamando la Lettera
Apostolica “ Porta Fidei
“ dell'11 ottobre 2011, con la quale si indice l'Anno della Fede,
ha ribadito che lo scopo dell'Anno della Fede è “
un invito a un'autentica e rinnovata
conversione al Signore, unico Salvatore del mondo “.
Il
Cardinale ha quindi così precisato: “ L'uomo esiste come un
piccolo frammento della realtà, eppure è più grande del mondo
perché il suo pensiero può raggiungere e oltrepassare tutte le
cose; anzi è capace di cercare ciò che nell'universo non si trova,
cioè il suo significato “. E ha colto l'essenza del significato
dell'uomo in questo concetto: “ Il nostro «
corpo » ci
rende esigui e l' « anima
» ci fa più
grandi dell'universo, immortali, sovrani dei nostri atti “.
Egli
ha constatato: “ Si crede certamente al corpo, ma all'anima? In
tempi non lontani, per paura di deprezzare il corpo, abbiamo smesso
di parlare dell'anima. Il risultato è che ci ha rimesso l'anima e il
corpo! Cioè l'uomo “.
Il
Card. Bagnasco ha affermato la necessità e la possibilità di vedere
l'anima: “ Se facessimo caso al sorriso di una persona, noi
vedremmo l'anima, cioè quella realtà interiore fatta di sentimenti,
emozioni, pensieri, aspirazioni nobili che quasi si materializzano
nel sorriso del volto “. Ha aggiunto che è anche possibile, se
siamo meno distratti, sentire il rumore dell'anima: “ E poi, quella
sete di verità, di felicità, di giustizia, che unifica l'umanità
intera, non è forse il palpito dell'anima che invoca la salvezza
dall'alto? Salvezza dall'errore, dalla morte, dalla colpa? “.
Il
Cardinale, a questo punto, ha osservato che Dio ha risposto a questa
corale invocazione con Gesù di Nazaret: “ Cristo è la luce, luce
che risplende nelle tenebre “. Di qui sorge l'esigenza di essere
luce: “ Accogliere la Luce per essere luce “.
Bello
è questo passaggio dell'omelia: “ Solo se saremo innamorati di
Cristo potremo accendere il fuoco dell'amore in un mondo freddo, solo
se viviamo la gioia del Risorto saremo araldi della gioia in un mondo
triste che ha paura di sé e del suo futuro, solo se accogliamo il
dono della grazia e della luce potremo essere sale e luce nella
storia del nostro tempo “.
Egli
ha poi spiegato con poche parole semplici che cosa è la fede: “ La
fede non è fare qualcosa per Dio ma lasciarci fare da Lui ... E'
tutto il contrario della pretesa del mondo di tenere le cose in mano,
di dominare le cose a proprio piacimento. La fede non è conquista ma
dono; per raggiungerla bisogna lottare non con Dio ma con la nostra
superbia “. E ha sottolineato: “ Credere è l'unico modo per
incontrare Gesù e quindi per conoscerlo … Non è incertezza come
quando diciamo « credo che un progetto
andrà bene », … perché credere
significa fidarci di Lui “.
Il
Card. Bagnasco ha anche sottolineato, con una bella immagine, che per
arrivare alla fede occorre la preghiera: “ La preghiera è
arrendersi a Dio, stare davanti a Lui a piedi nudi, attendere la sua
grazia “.
L'Arcivescovo,
invocando la Madonna, Donna della Fede, ha alla fine indicato una
forma di preghiera: “ Dobbiamo dire: «
Io credo Signore, io credo in Te, aumenta la mia fede »“.
PierLuigi
Pastorino